Visita audiologica per sordità e ipoacusia

A cosa serve l'esame audiovestibolare?
Questa tipologia di esame è largamente impiegata per accertare, studiare e analizzare la sintomatologia vertiginosa. Grazie a questo test, lo specialista è in grado di individuare eventuali anomalie nella funzionalità del labirinto, la parte più interna dell'orecchio. Questo delicato apparato è coinvolto per quanto riguarda il senso dell'udito ed è, inoltre, responsabile del nostro equilibri.

Come si effettua l'esame audiovestibolare?

Il paziente entra in una cabina insonorizzata così da essere isolato dai rumori esterni che possono disturbare l'esame. Qui, indossa una speciale cuffia che emette un suono specifico. Il paziente deve segnalare la percezione del suono, di solito mediante un pulsante presente nella cabina.

In questo modo si verifica la soglia minima di udibilità, cioè il valore minimo della pressione sonora percepibile dal paziente.

In seguito, lo specialista introduce nell'orecchio del paziente dell'acqua (fredda oppure tiepida) e misura attentamente i movimenti oculari del soggetto. Tali movimenti possono essere volontari, (come ad esempio l'inseguimento rapido o lento) oppure involontari (come il nistagmo).

Dalle misurazioni effettuate nel corso del test audiovestibolare è possibile arrivare alla diagnosi e all'individuazione di anomalie qualitative o quantitative della funzionalità del labirinto. Le anomalie indicano la natura e l’intensità della vertigine avvertita dal paziente.